Ravenna: Omofobia tra 12enni, 5 denunciati
Tutto sarebbe cominciato nell’aula di una scuola media. Da tempo i rapporti tra i ragazzini erano tesi ■ All’insulto il Men ne ha reagito sferrando un calcio, a quel punto è scattata la reazione dei cinque compagni
L’episodio è avvenuto alla fine del mese scorso in una scuola media di Ravenna I genitori sono stati convocati dal preside
RAVENNA. Insulti omofobi in classe, lui reagisce e scop-pia la zuffa tra compagni do-dicenni. Una volta a casa lo sfogo con il padre che l’ac-compagna al pronto soccorso. Pochi graffi e una prognosi di due giorni. Ma il passo suc-cessivo è la denuncia in que-stura. E così a finire nei guai sono in tutto cinque ragazzi, tutti di un’età compresa tra i dodici e tredici anni di una scuola media ravennate di cui non forniamo il nome per non rendere i minori in alcun
modo riconoscibili. I cinque sono stati denun-ciati per minacce, percosse e lesioni in concorso alla Pro-cura dei Minori di Bologna. I fatti risalgono al 24 settem-bre scorso e stando a quanto ricostruito dal Corriere tutto sarebbe cominciato nella stessa aula dell’istituto. Da tempo i rapporti tra uno stu-dente e altri cinque compagni di classe erano infatti piutto-sto tesi. Litigi frequenti per quell’età, di poco conto, acuiti però dall’aggressività tipica
della preadolescenza. Ma un giorno la situazione degenera dopo l’ennesima provocazio-ne. Il 12erme reagisce e sferra un calcio verso a chi ha pro-nunciato quella parola. Que-st’ultimo a sua volta rispon-de. Poi arrivano altri quattro amici, uno di loro spinge il ragazzo. Sembra tutto finito, ma al termine della lezione il ragazzino si sfoga a casa con il padre. Racconta dell’ultimo episodio e anche di altri epi-sodi simili. Il dirigente sco-lastico viene informato dei
fatti e convoca i genitori di tutti i ragazzi per chiarire quanto successo. Alla fine per tutti ci sarà una nota come sanzione disciplinare, anche per il ragazzo che era andato al pronto soccorso e poi in questura a sporgere denun-cia. «Non parlate però di bulli-smo – racconta dietro anoni-mato una fonte interna alla scuola – si è trattata solo di una lite. Non siamo di fronte a un soggetto debole che su-bisce angherie costanti da compagni prevaricatori e più forti fisicamente. Si tratta, co-me detto, di una zuffa tra ra-gazzini svegli che sanno come provocarsi e come difendersi. La scuola aveva agito anche prima della querela presenta-ta dal genitore di cui non so nemmeno se ne fosse a cono-scenza. L’insulto omofobo? Parole, infelici, in libertà, ma non credo che si volesse cri-ticare un orientamento ses-suale che tra l’altro lo studen-te in questione non credo ab-bia».
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