La Voce di Rimini
17/01/2007
17/01/2007
Una particolare esperienza al Giulio Cesare. Qualche genitore tiene a casa i figli “Lezione di Pacs e omosessualità” E per i docenti arriva il corso tenuto dall’Arcigay
RIMINI – I licei classici hanno sempre rappresentato l’avanguardia d’Italia, con le radici piantate nel classicismo ellenico. Deve essere per questo che il Giulio Cesare è stato teatro di una particolare lezione tenuta dagli esperti dell’Arcigay, un avvocato, uno psicanalista e un sacerdote (arruolato all’ultimo momento per riequilibrare il contradditorio), su Pacs e amore omosessuale. Il tutto condito da una visione di un film ad hoc. La lezione si è svolta il 10 e l’11 gennaio ed era rivolta rispettivamente per gli studenti del biennio e del triennio. Alcuni genitori non hanno visto di buon occhio il tenore dell’incontro e hanno evitato di mandare i figli a scuola, non per l’argomento affrontato, ma perché il gruppo di esperti chiamati a parlarne sembravano un po’ di parte. Inoltre Rimini sarà anche sede di un corso, riconosciuto dal ministero, di aggiornamento gratuito attivato sempre dall’Arcigay dal titolo “educare al rispetto” sui problemi di relazione di gay, lesbiche e sul “coming out”.
Il caso L’Arcigay esulta on line, qualche genitore ha tenuto i figli a casa dall’assemblea “A lezione di omosessualità e Pacs”. L’esperienza della Giulio Cesare e un corso ad hoc per docenti.
A lezione di omosessualità e Pacs. Accade al liceo classico “Giulio Cesare” di Rimini dove, su proposta degli studenti accolta dal consiglio d’istituto, al cinema Corso è stato proiettato il film “Philadelphia” (la storia di un brillante avvocato gay, interpretato da Tom Hanks, che viene licenziato dall’importante studio legale per il quale lavora perché malato di Aids) e si è parlato di “omosessualità oggi”. E’ accaduto il 10 e 1’11 gennaio (rispettivamente per il biennio e per il triennio) e in qualità di esperti sono intervenuti alcuni rappresentanti dell’Arcigay, più un avvocato, uno psicoanalista e, aggiunto in zona Cesarini, pure un sacerdote. Ma non è tutto: Rimini sarà anche la sede di un corso (riconosciuto dal ministero dell’Istruzione) di aggiornamento gratuito, attivato da Arcigay Alan Turing e rivolto a tutti i docenti delle scuole medie e superiori, che si tiene presso il Centro Pedagogico (I.T.G. “Belluzzi”) a partire dal 19 febbraio.
RIMINI – Il titolo è “Educare al rispetto” e “si propone di affinare le capacità e sensibilità degli insegnanti sul tema del bullismo a sfondo omofobo”. E’ un problema presente nelle scuole di Rimini il bullismo a sfondo omofobo? Non se ne ha notizia, ma in compenso la cultura della diversità avanza. L’Arcigay ha presentato così, sul suo sito internet, l’iniziativa del liceo classico: “La richiesta di approfondimento del tema dell’omosessualità in tutti i suoi risvolti, voluto e organizzato autonomamente dagli studenti, è il segno di un cambiamento dei tempi, che però va incoraggiato e sostenuto nella direzione di una modernizzazione della società che non può che fondarsi sulla freschezza delle idee e delle opinioni dei giovani”. Ma fra i genitori c’è chi ha storto il naso e ha “deciso di non mandare il proprio figlio a scuola, non tanto perché si debba censurare l’argomento, quanto per il taglio dato all’assemblea e per la scelta abbastanza univoca dei relatori. Sul tema sono infatti intervenuti il presidente nazionale dell’Arcigay, Sergio Lo Giudice, consigliere comunale Ds a Bologna, organizzatore nel 1995 del Gay and Lesbian Pride nazionale sotto le due Torri, e Alessandro Tosarelli, presidente del Comitato provinciale Arcigay di Rimini. Sul tavolo dei relatori, anche l’avvocato Maurizio Vagnoni, che si è limitato ad inquadrare l’argomento dal punto di vista giuridico. All’ultimo momento è stato deciso di equilibrare un po’ le voci, inserendo fra i relatori anche don Piergiorgio Farina. “Le domande poste dagli studenti hanno riguardato aspetti psicologici, storici, religiosi e legislativi, ma anche aspetti molto privati riguardo l’accettazione di sé e le reazioni dei familiari”, si legge sempre sul sito internet “gaynews.it” “Lo psicologo si è soffermato su aspetti abbastanza delicati” commenta un genitore, “e, considerato che l’assemblea era rivolta anche a studenti di 14 e 15 anni, non mi sembra opportuno. Il messaggio che passa da queste iniziative è uno solo: i Pacs e l’omosessualità sono la normalità, mentre la famiglia è qualcosa di superato e asfittico”. E in effetti sarebbe forse impensabile assistere a un’analoga iniziativa studentesca sul tema della famiglia, ormai parecchio fuori moda.
Il corso “Educare al rispetto” parte infatti da questo presupposto: “Gli scienziati sociali stimano che circa il 5% della popolazione ha un orientamento prevalentemente omosessuale; ne consegue che circa il 20-30% della popolazione ha un familiare omosessuale. In una classe scolastica di 30 alunni, quindi, un numero approssimativo di 3-6 ragazzi/e è omosessuale o ha un fratello, sorella, parente gay o lesbica.” Il secondo appuntamento del corso sarà dedicato alle “teorie sull’identità e sull’orientamento sessuale. Transizioni evolutive, relazioni con i pari e con la famiglia di origine nell’adolescente omosessuale Le fasi del processo di coming out”. E allora via con la tutela della cosiddetta “diversity” e con la guerra al “pregiudizio”.
Claudio Monti
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