DOCUMENTO POLITICO PROGRAMMATICO 2010-12
La tutela della nostra integrità fisica, della dignità dei nostri amori e della realtà delle nostre famiglie necessita di risposte legislative concrete, in grado di collocare l’Italia fra le nazioni che già hanno raggiunto quel livello di civiltà e diritto capace di combattere efficacemente il pregiudizio omofobico, per questo Arcigay chiede l’estensione della legge Mancino ai reati di omofobia e transfobia.
Arcigay ha l’ambizione e il dovere di proporsi capofila di un movimento culturale laico e pervasivo di tutta la società, in grado di spezzare il clima di intolleranza verso tutte le differenze che il nostro Paese sta vivendo, promuovendo azioni efficaci ‘dal basso’.
La piattaforma politica dei grandi Pride nazionali è incentrata su parità, laicità e dignità. Ora dobbiamo diventare noi stessi i protagonisti di questo proclamo, attori di iniziative, servizi, attività che partono proprio dal presupposto di una nostra sostanziale parità. E lo dobbiamo fare con trasparenza e autorevolezza.
È necessario costruire e fare emergere una vera comunità LGBT, tramite l’ascolto, la comunicazione e la capacità di riflessione. Arcigay si mette al servizio della comunità come il luogo dove sentirsi accolti e da cui partire per le nostre battaglie di civiltà per i diritti di tutti e di tutte. Partecipare o affidarsi ad Arcigay significa avere la certezza di essere accolti da persone preparate e appassionate.
Le azioni che intendiamo mettere in campo sono molteplici a partire dalla promozione e l’attuazione a livello locale del documento elaborato insieme alle realtà LGBT dell’Emilia-Romagna promotrici della giornata regionale contro l’omofobia del 16 maggio 2010 [Arcigay “Alan M. Turing” Rimini, Arcigay Emilia-Romagna, ArciLesbica, MIT (Movimento Identità Transessuale), Agedo (Associazione Genitori e amici di Omosessuali)] che formalizza la richiesta all’Amministrazione regionale di una serie di atti concreti in linea con l’approvazione dell’art.48 (Delibera n.108/2009 che ha fatto propri gli indirizzi contenuti all’art.3 della Costituzione, nel Trattato di Lisbona e in 3 specifiche Direttive Europee).
Ideare iniziative contro la violenza, in particolare l’omofobia e la transfobia da realizzarsi con il coinvolgimento delle associazioni LGBT dell’Emilia Romagna.
Progettare e realizzare, insieme alla Provincia di Rimini, un servizio di supporto psicologico qualificato per le persone LGBT in difficoltà.
Operare attraverso strumenti utili alla lotta contro l’omofobia e la transfobia come la promozione di corsi di formazione per dipendenti pubblici e interventi nelle scuole. La Scuola italiana è purtroppo ancora oggi un luogo non sicuro per i giovani LGBT e il diffuso bullismo omofobico alimenta ambienti di esclusione e di intolleranza. Arcigay che da anni si occupa della prevenzione del bullismo omofobico e del disagio giovanile dovrà garantire un impegno strategico e preciso in tal senso anche con il supporto essenziale del gruppo giovani. Dovremo pensare e realizzare offerte formative precise, come il percorso “Educare al Rispetto” svolto a Rimini nel 2007, rivolte ai docenti e agli operatori scolastici che ancora oggi risultano spesso impreparati nell’affrontare fenomeni di bullismo omofobico o anche solo nell’accogliere problemi e bisogni di giovani studenti lesbiche e gay.
Vigilare sull’applicazione dei principi di non discriminazione a tutta l’attività amministrativa e nella fruizione dei servizi nella Provincia di Rimini. Esigere e sostenere la piena applicazione dell’Ordine del Giorno contro l’omofobia della Provincia di Rimini, delib. C.P. n. 34/2005, che prevede la promozione “anche in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore, iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica a una cultura delle differenze e alla condanna di una mentalità omofobica, intervenendo, in collaborazione con gli organismi istituzionali di competenza, anche e soprattutto nelle scuole che hanno il dovere di formare i giovani perché contribuiscano a costruire un mondo rispettoso dei diritti di ciascuno”; e l’Ordine del giorno del Comune di Rimini del 18 marzo 2010 “Contro l’omofobia e la transfobia”, che “impegna la Giunta a promuovere e sostenere, in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore, iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica a una cultura delle differenze e alla condanna di una mentalità omofobica e transfobica, anche in collaborazione con gli organismi istituzionali di competenza; […] di istituire a Rimini l’osservatorio sull’omofobia; a promuovere corsi per la formazione dei dipendenti comunali sulle tematiche legate a omosessualità e transessualità”.
Promuovere un monitoraggio sulle condizioni delle persone transessuali e transgender nella nostra provincia, con particolare attenzione alle difficoltà in campo sanitario e lavorativo, e promuovere azioni positive in tal senso.
Monitorare l’impegno sanitario rispetto l’informazione, la prevenzione e la cura dell’HIV e delle altre malattie a trasmissione sessuale. Realizzare campagne di comunicazione, distribuzione di profilattici anche in ambito scolastico, interventi informativi a tutti i livelli contro il pregiudizio e la discriminazione delle persone affette da HIV.
Sostenere a tutti i livelli le famiglie LGBT e affrontare localmente il tema dell’omogenitorialità che tuttora non è regolamentata dalla legislazione italiana. L’orizzonte rivendicativo del movimento LGBT resta l’ottenimento della piena cittadinanza, del matrimonio e l’esercizio pieno della genitorialità. Fino ad allora ci attiveremo su due piani: uno collettivo di rivendicazione pubblica, un altro privato di accesso alle possibilità di affidamento riservate ai singoli, anche promuovendo progetti innovativi in accordo con gli enti preposti.
Promuovere interventi culturali, dibattiti, manifestazioni, campagne comunicative di sensibilizzazione atte a diffondere la memoria storica, la cultura e la produzione artistica della comunità LGBT e la cultura delle differenze.
La formazione è una delle chiavi di volta per la crescita professionale e umana dell’associazione e delle persone che ne fanno parte. Arcigay “A. Turing” dovrà prevedere di investire nella formazione dei volontari creando i presupposti di competenza, capacità e professionalità propedeutici alla realizzazione di ogni progetto.
Valorizzare la visibilità e la partecipazione femminile, nello spirito dell’Ordine del giorno “Donne in Arcigay” approvato dal Congresso nazionale su proposta del Comitato provinciale Arcigay di Rimini. Le donne costituiscono una componente essenziale e l’uguaglianza tra sessi è la condizione che garantisce la democrazia all’interno dell’Associazione che, pertanto, è considerata presupposto necessario per le nostre attività.
Promuovere la creazione di un gruppo giovani. Ancora oggi purtroppo sono molti i giovani non visibili, moltissimi che hanno paura di fare coming out, molti vittime dell’omofobia interiorizzata o della troppa omofobia incontrastata in Italia. In questo quadro crediamo fondamentali azioni dei giovani di Arcigay per i giovani su visibilità, accoglienza, ascolto, informazione, formazione; sulla valorizzazione di competenze e progettualità, la collaborazione e l’inserimento di nuovi volontari nell’associazione. Dare tempo, spazio e fiducia alla persona è il modo primario per permettere all’individuo di inserirsi in associazione e di ricevere e dare un valido sostegno.
Dare attuazione all’Ordine del giorno “L’uomo e’ quel che diventa e diventa quel che sogna” approvato dal Congresso nazionale su proposta del Comitato provinciale Arcigay di Rimini che afferma la necessità di valorizzare la partecipazione delle persone LGBT anziane come una risorsa strategica per la crescita dell’Associazione.
Promuovere e organizzare momenti aggregativi e culturali per favorire la partecipazione di tutti e tutte e cercare un punto d’incontro tra i differenti vissuti personali.
Realizzare un tavolo di lavoro presso la Provincia che coinvolga enti pubblici, parti sociali, il mondo dell’istruzione e soggetti del terzo settore (già attivo informalmente con: presidenza della Provincia di Rimini, Assessorati comunali alle Pari Opportunità e all’Immigrazione e l’Integrazione, Comitato provinciale Arci Rimini, Ufficio Nuovi Diritti CGIL Rimini, ANPI Rimini, Coordinamento Donne Rimini, Federazione Provinciale Giovani Democratici Rimini, CSA Grotta Rossa) al fine di favorire un continuo dialogo e confronto anche nell’ideazione e nell’attuazione delle azioni sopra elencate.
Le nostre identità, le nostre storie, i nostri desideri e i nostri amori devono essere per tutti ricchezza e non minaccia, patrimonio da conoscere ed esplorare, non oggetto di violenza.
Alessandro Tosarelli
Maura Chiulli
Approvato dal Congresso provinciale
Riccione, 8 luglio 2010
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