Adinolfi, l’omofobia esiste e l’ha confermato anche la Cassazione
MARIO ADINOLFI, anche lei è una sentinella in piedi? «Certo». Che bisogno avete di contestare pubblicamente cultura gender, matrimoni gay e disegno di legge Scalfarotto? «Le sentinelle sono persone libere che scendono in piazza per manifestare il loro dissenso verso un progetto, il disegno Scalfarotto, che limita la libertà di espressione». Nello specifico? «Si punisce fino a sei anni di carcere, senza spiegare cos’è, l’omofobia. Esempio: per il mio libro Voglio la mamma’ finirei in galera». Manca libertà di espressione? «A Milano, per parlare, c’è stato bisogno di 250 agenti in tenuta antisommossa». Cosa la sconvolge della cultura gender? «La volontà di annullare le differenze sessuali». Il matrimonio gay non è diritto alla libertà di scelta? «Ovunque applicato ha innescato la compravendita dei bambini». Un po’ troppo scientifico… «È realtà. Quello che trionfa è il mercato dell’utero in affitto. Per noi i figli non si comprano». Avete paura quando siete in piazza? «Siamo provocati, come i ragazzi di piazza Tienanmen: miti, tenaci, indifesi». Perché in piazza con un libro? «Ci formiamo e ci informiamo». Lei che libro ha portato? «Gente non comune’, di Hobsbawm». Uno storico marxista… «Siamo liberi e io sono di sinistra». È ancora di sinistra? «Sì, benché il movimento venga bollato come fascista io sto dalla parte dei deboli». Uomo di sinistra, lei, che parla di sottomissione della moglie? «Sottomessa? Messa sotto. Intesa come posta a fondamento della famiglia». m. s.
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